Colture: Fichi d'India, la Sicilia rappresenta l’eccellenza ma la Sardegna la può imitare rapida
- Fulvio Tocco
- 14 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Agris Ricerca partecipa al Piano del comune di Dualchi per rendere sostenibile un progetto sperimentale, a burocrazia zero, e di semplice implementazione finalizzato alla valorizzazione del fico d India locale

Dualchi (Nu), 14 set - La scelta dell’amministrazione comunale di Dualchi di puntare decisamente sulla valorizzazione del fico d'India, può costituire un valido esempio per spianare la strada alle politiche per la creazione di economia aggiuntiva. In Sardegna, basta osservare il territorio e ci si accorge che i fichi d'India, il mirto, il lentisco e le pietre abbondano dappertutto. Pertanto considerare e curare tutta la campagna dalla pianura alla montagna, partendo da quello che si ha, è un dovere della pubblica amministrazione che ha a cuore le sorti dei suoi abitanti. Non farlo significa lasciare campo libero all’impietosa egemonia della Globalizzazione promotrice invisibile dello spopolamento delle aree rurali. Da una corretta lettura del territorio è scaturita la volontà del comune di Dualchi d’investire, con un Piano straordinario, nell’estensione della coltivazione del fico d'India interessando i cittadini che intendono partecipare al progetto.

Per raggiungere l’obiettivo il sindaco di Dualchi, Ignazio Piras (nella foto), ha chiesto al dirigente del Servizio per la ricerca in arboricoltura di Agris Sardegna, Martino Muntoni, la collaborazione per redigere ed attuare un Piano straordinario, a burocrazia zero, per estendere la coltivazione del fico d'India nell’agro di Dualchi dove questa cactacea è storicamente presente.
Muntoni, ha dato risposta positiva sostenendo che detta attività rientra tra i compiti dell’Agenzia; ma puntare sul fico d'India può costituire anche un motivo più ampio per allargare le attività produttive su tutto il territorio isolano per cui la collaborazione col comune di Dualchi può produrre benefici più estesi. L’amministrazione comunale, in coerenza con quanto è stato detto nel convegno del 3 settembre 2016, in occasione della 26° Sagra del Fico d’india, procederà alla raccolta, entro il corrente anno, delle manifestazioni d’interesse da parte dei suoi residenti.
Puntare su questo micro comparto può portare a risultati importanti perché attualmente la filiera produttiva del fico d'India è, a livello europeo, esclusiva della Sicilia che detiene il monopolio del mercato italiano ed oltre il 90% del mercato comunitario. Di altre realtà rilevanti non si hanno notizie e la Sardegna, in pochi anni, ha la possibilità di occupare gli spazi disponibili sul mercato occidentale.
La superficie complessiva interessata alla coltivazione specializzata del fico d'India in Sicilia, è di circa 4000 ettari; considerata l’importanza di questo frutto nell’alimentazione umana, le probabilità di penetrazione del prodotto sardo in Europa sono credibili. Diverse ricerche scientifiche hanno evidenziato l’efficacia del fico d'India nella cura del diabete, nel controllo del tasso di colesterolo nel sangue, nel trattamento del sovrappeso, dei disturbi gastrointestinali e delle malattie cutanee. Il successo della produzione siciliana è attribuibile all’ottima qualità dei frutti, raggiunta grazie alle moderne tecniche colturali.
L’esempio siciliano rappresenta, per la Sardegna, da una parte la garanzia per stimolare gli investimenti su questa specifica coltura a basso impatto ambientale ed all’altra l’occasione per uscire dalla sudditanza delle multizonali che vorrebbero farci diventare l’isola dei cardi; uno schiaffo bello e buono ad una terra dove i fichi d'India nascono e crescono naturalmente anche sulle rocce.
Comments