Colture: usare i Fichi d’India come esempio pilota per accrescere la Plv isolana
- Fulvio Tocco
- 27 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min
E’ tempo di disincagliare la politica con dei Piani straordinari, in aggiunta al Psr, di pronta implementazione

La sfida può essere vinta con l’azione contemporanea e responsabile di cinque protagonisti, tutti essenziali: Regione, Comune, Operatori agricoli, Associazioni, Opinione pubblica locale
Cagliari, 27 set. - Madre Natura ha dotato la Sardegna di risorse straordinarie, spesso impareggiabili: il patrimonio climatico – paesaggistico, il patrimonio storico- artistico- culturale. Una corretta lettura del territorio contribuisce a dare l'imbeccata per trovare le soluzioni da adottare per accrescere la produzione lorda vendibile. Per migliorare la condizione sociale ed economica c’è bisogno di ingrandire la ricchezza. Per poterlo fare è necessario trovare strade insolite che consentano di sviluppare speditamente attività aggiuntive ai macro comparti ormai ben affermati sui marcati nazionali ed internazionali. Le forze politiche isolane e le forze presenti al governo della Regione dovrebbero trovare l’accordo almeno su un punto: rendere produttiva la Sardegna per far fronte alla globalizzazione almeno sulle cose che si possono realizzare con semplicità, velocità ed economicità. Le prime settimane d’autunno hanno dimostrato che in Sardegna il Fico d’India cresce naturalmente ed abbondantemente. Cresce anche in assenza di pioggia.

Sulle varietà gli Enti di ricerca hanno già fatto delle prove interessanti e il risultato dice che in Sardegna il Fico d’india cresce e matura divinamente. Nell’altra grande isola mediterranea è ormai oggetto di nuova occupazione sia in Campagna che nei Centri di condizionamento. Per non perdere altro tempo prezioso si tratta di mutuare quell’esperienza siciliana e mettere a frutto la sperimentazione dell’Agenzia Agris con un Piano Straordinario, finalizzato alla coltivazione del Fico d’india nella misura di 100 ettari l’anno per 5 anni e nel contempo stimolare la costituzione di una Associazione di produttori per governare i processi di filiera dalla coltivazione alla commercializzazione. Con l’investimento di 250 mila euro l’anno da distribuire totalmente agli agricoltori è possibile impiantare 100 ettari l’anno di fichi d’india senza spine. L’intuito che ha avuto su questo piccolo comparto il sindaco del Comune di Dualchi va preso in considerazione da tutti gli altri sindaci perché è possibile, con tempistiche già sperimentate nel Medio Campidano, rendere produttive le campagne anche con dei nuovi impianti razionali di Fico d’India.

Dalla lettura dei bisogni delle aree rurali è evidente che per trovare strade nuove è necessario da una parte lavorare per neutralizzare i limiti storici e dall’altra sviluppare un Piano d’azione efficace ed efficiente per assicurare alla Sardegna il livello di competitività e sviluppo che si merita; chiaramente attraverso obiettivi chiari e scelte strategiche per conseguirli. E importante, però, che ci siano responsabilità e competenze distinte, anche se sinergiche e collaborative, focalizzate su ciascuno dei fronti, con adeguati poteri e responsabilità. Portare l’isola a raggiungere un regime adeguato di competitività e di sviluppo è un processo lungo, per questo ancor più urgente. Un Piano straordinario, che segua i tempi del ciclo biologico della pianta presa in considerazione può essere usato virtuosamente per dare nuove speranze a chi abita in “affanno” nelle aree rurali. La sfida complessiva, però, può essere vinta solo con l’azione contemporanea e responsabile di cinque protagonisti, tutti essenziali: Regione, Comune, Operatori agricoli, Associazioni, Opinione pubblica locale.
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