Colture: Celebrato l'Anno Internazionale delle Leguminose da Granella
- Fulvio Tocco
- 13 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Cagliari,13 ott. - II 7 di ottobre è stato celebrato l’Anno Internazionale delle Leguminose da Granella presso la Camera dei Deputati del Parlamento Italiano con un incontro organizzato in collaborazione con istituti di ricerca italiani. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2016 l’Anno Internazionale delle Leguminose da Granella, che includono colture importanti come i fagioli, ceci, fave, lupini e lenticchie, legumi estremamente ricchi di proteine, fibre e vitamine e con basso contenuto dei grassi. Insostituibili nella rotazione colturale. In zootecnia sono essenziali per la produzione del latte, formaggio e carne. In poche parole assolvono ad una funzione basilare nella vita delle persone, degli animali e dell’ambiente, ma insufficientemente considerati dalle politiche nazionali. Eppure è stata la stessa Unione Europea a sollecitare gli Stati membri ad utilizzare il 2% delle risorse comunitarie per incentivare la coltivazione delle leguminose sul territorio nazionale per attenuare le importazioni.
Nonostante la loro straordinaria plurima positiva funzione, soprattutto quelli da granella, sono scarsamente considerati nei piani colturali e dalla ricerca. Qualcuno potrebbe obiettare il contrario ma allora dovrebbe essere spiegato perché non è stato avviato uno studio per capire come debellare le orobanche dalla coltivazione delle fave da granella. Le amministrazioni pubbliche che li sorreggono sono considerate come delle mosche bianche. La stessa Sardegna, che rappresenta la seconda “forza” della zootecnia italiana li tiene ai margini delle attività colturali: rappresentano lo 0,17% della superficie coltivata e costituiscono una delle maggiori voci dell’importazione isolana. Queste colture hanno un ruolo cruciale per garantire la sicurezza alimentare e per lo sviluppo di una agricoltura sostenibile che riduca le emissioni di gas serra e mitighi gli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, i legumi sono riconosciuti come la chiave di una dieta sana e rivestono un ruolo strategico nella prevenzione di importanti malattie.
Le leguminose da granella hanno oggi, come hanno avuto, nel passato, in Europa, un ruolo chiave nella dieta degli agricoltori e dei paesi più poveri e svantaggiati rappresentando la principale fonte di proteine e una importante fonte di altri elementi nutritivi come vitamine e sali minerali per le popolazioni rurali dei paesi in via di sviluppo. Fagioli, fave, ceci e altri legumi sono indispensabili componenti di una agricoltura sostenibile che preservi la fertilità del suolo e rappresentano una possibile fonte alternativa di proteine alimentari in sostituzione di prodotti di origine animale anche per i notevoli benefici alla salute. Il Convegno, voluto espressamente, dalla Vice Presidente della Camera dei deputati, Marina Sereni, è stato importante per la presentazione di iniziative di sviluppo e di ricerca nazionale e internazionale sulle leguminose con particolare attenzione al progetto di ricerca BEAN_ADAPT, coordinato dall’Università Politecnica delle Marche, finalizzato ad identificare le basi genetiche dell’adattamento all’ambiente del fagiolo.
"Il nostro obiettivo è migliorare le piante e distribuire direttamente agli agricoltori i semi insieme alle informazioni, grazie alla collaborazione della Banca del Germoplamsa del Cnr di Bari", ha spiegato Roberto Papa, professore di Genetica agraria all’Univpm e coordinatore del progetto Bean_Adapt. Un fagiolo ci salverà. Ma anche una lenticchia, una fava o un cece. Perché “i legumi non solo fanno bene alla salute, ma sono anche fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema”.
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