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L’agricoltura della Sardegna deve fare i conti con i lunghi periodi senza piogge

  • Fulvio Tocco
  • 5 nov 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Matteo Frau

Matteo Frau: è ora di pensare anche a delle coltivazioni da clima semi-arido

Cagliari, 5 nov. - La vulnerabilità del settore agricolo ai cambiamenti climatici non va minimizzata, necessità di una maggiore centralità del settore nell’ambito delle strategie di sviluppo rurale. Le modificazioni del Clima comunicate dalla Organizzazione meteorologica mondiale Oamm) preoccupano seriamente gli imprenditori agricoli. Ormai non si può più fare finta di non sapere: le concentrazioni di CO2 resteranno al di sopra di 400 ppm per l'intero 2016 e non scenderanno sotto tale livello per molte generazioni. Questo dato fa riflettere soprattutto i giovani agricoltori. Il futuro dell’economia delle aree rurali, del resto, è nelle loro mani, per questo è corretto che si allarmino.

Un giovane agricoltore di Samassi, Matteo Frau, iscritto alla Cia Agricoltura, Perito Agrario di formazione, ha deciso di approfondire la questione delle coltivazioni a clima semi arido. Per il momento punta dritto sul Fico d’Inda da reddito; pianta grassa che sta ad indicare il fatto che è in grado di accumulare acqua nei suoi tessuti. “Noi giovani agricoltori, non possiamo sottovalutare la questione clima”, commenta preoccupato Matteo Frau, che sin ora si è specializzato nella coltivazione dei carciofi e del grano duro come coltivazione di ricomposizione del terreno agrario stressato dalle colture irrigue.

E in effetti non ha tutti i torti perché se continuano queste annate di siccità, prima o poi l’attuale disponibilità d’acqua per uso irriguo, potrebbe venir meno. La stretta interazione clima-agricoltura, in ogni caso, chiama in causa molti aspetti che vanno dall’uso e dalla gestione del suolo alla pianificazione territoriale, dalle tecnologie per la produzione agricola ai metodi di gestione delle risorse naturali; comprese quelle idriche chiaramente. E chi vive espressamente del reddito derivante dall’agricoltura sa sicuramente cosa dice.

In Sardegna, conclude Matteo, “C’è chi comincia a documentarsi con più ostinazione sulle coltivazioni da clima semi-arido, il mandorlo, il melograno e il fico d’india sono i comparti più osservati anche perché sono interessanti anche come materia prima dell’industria agroalimentare e della cosmetica. Su questo tema ci si concentra ora per decidere cosa fare in futuro nelle nostre campagna”.


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