Cresce la coltivazione dei fichi d’india in Sardegna
- Fulvio Tocco
- 14 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
I pionieri dell’agricoltura alternativa danno una mano al riuso della terra per fini produttivi

Cagliari, 14 gen. - In Sardegna il fico d’India prende piede grazie alla lungimiranza di alcuni coraggiosi pionieri. Giuseppe Podda, è uno dei primi contadini che si è messo in testa di coltivare il fico d’india come una vera e propria pianta da frutto. Sulle sue orme ha proseguito l’esperienza il figlio Gianni, che col suo ordinatissimo impianto, con le piante disposte a quinconce, distanti tra di loro sei metri, dimostra con quanta perizia è stato realizzato il nuovo ficodindieto in Agro di Villacidro, località “Suergiu”: nel suo impianto di quattro anni, infatti, sono presenti varietà a frutto rosso, giallo e bianco. La pezzatura è eccezionale; talvolta i frutti raggiungono anche il peso di 300 grammi.
Il Fico d’india è conosciuto solo come pianta da frutto coltivata soprattutto in Sicilia, dove è ormai diventato una coltura di antica tradizione. Ora prende piede anche in Sardegna. Una pianta adulta produce tanti frutti; maturano in agosto o, se si pratica la “scozzolatura” da ottobre a dicembre. Produzione che nell’areale di Villacidro, curiosamente, si allunga senza particolari forzature sino a Pasqua.

"Il fico d’India - precisa Giuseppe Podda - è una pianta estremamente rustica, si adatta infatti a terreni poverissimi, che contribuisce con le sue radici a trasformare in terreno fertile". Per una corretta maturazione e sviluppo dei frutti, specifica Gianni Podda, "la pianta ha bisogno di essere ben esposta al sole. Per questo motivo il fico d’India è coltivato in campo aperto solo nelle regioni a clima temperato". Resiste in modo eccezionale alla siccità, ma per la produzione dei frutti tardivi (i “bastardoni”) occorre rimuovere tutti i primi fiori e irrigare la pianta se l’estate è troppo arida, per poter raccogliere frutti grossi e dolci.
Pochi e trascurabili sono i parassiti e le malattie del fico d’India, che comunque può essere attaccato dalla mosca della frutta di agosto, mentre i bastardoni, più tardivi, sfuggono alla mosca e da altri parassiti come le cocciniglie. Per garantire la salubrità dei frutti, il dirigente responsabile di Agris Sardegna, Martino Muntoni, riferisce "che saranno fatte delle prove sul campo con l’uso del caolino al posto degli insetticidi tradizionali. Il caolino naturale è una roccia sedimentaria dall'aspetto terroso. Negli ultimi anni, la sempre maggiore presa di coscienza dei consumatori dei rischi associati all’utilizzo di prodotti chimici per la difesa delle piante ha portato alla ricerca di nuove tecniche alternative e il caolino da questo punto di vista è chimicamente inerte. Pertanto potrà rappresentare una delle soluzioni ottimali per la valorizzazione del fico d’india di qualità sui mercati più accreditati".
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