Ippica: quale futuro per Villacidro dopo la decisione del Comune
- Fulvio Tocco
- 4 feb 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Inquietanti scenari per decisioni avventate: bene ha fatto Pietro Carzedda ad evidenziare la questione che riguarda il futuro delle corse in Campidano
Cagliari, 4 feb. - Le decisioni intraprese dall’Amministrazione comunale di Villacidro, nel non prorogare il contratto alla Società di Corse che ha consentito all’ippodromo di essere inserito nel calendario nazionale, tuteleranno questo bene prezioso per l’ippica sarda? Auguriamoci che anche nel 2017 l’ippodromo possa distribuire agli allevatori, ai proprietari, agli allenatori e ai fantini i suoi 250.000,00 euro. Chi ha a cuore la dignità della Sardegna auspica che, a salvaguardia dell’economia generale, si pensi al rilancio dell’ippica. Su questo importante comparto, spesso, la partita è giocata, da profani, in funzione delle delegittimazioni contrapposte a livello locale.

Talvolta, purtroppo, sono gli stessi esponenti di questo mondo a sostenere i “campanili” incuranti dei disastri che potrebbero derivarne. Mi accorgo che anche l'opinione pubblica, disorientata dalle cattive notizie non ha un buon concetto dell’ippica isolana, è ciò costituisce un danno per l’immagine della Sardegna, universalmente considera “Terra di fantini Terra di cavalli” per la bravura degli operatori ippici e dei fantini vincenti un po’ dappertutto. Quest’ approccio (senza appartenenza), sottende, infatti, un continuo peggioramento della situazione socio economica. Una corretta informazione, all'opposto, dovrebbe dire che l’ippodromo di Villacidro, uno dei migliori d’Italia, è nato dopo la chiusura dell’impianto del Poetto di Cagliari (nei primi anni ottanta) lasciando gli allevatori (con oltre 1.000 fattrici in selezione) del sud Sardegna senza un luogo di valorizzazione del cavallo da galoppo. A distanza di due decenni dalla chiusura del Petto (per renderlo giardino privato di alcuni fortunati), con un PIA regionale, fu finanziata l’attuale struttura di Villacidro; da non dimenticare a totale carico della RAS e costruita seguendo le indicazioni dell’UNIRE. Una volta edificata la struttura, di fronte alla grande crisi della finanza pubblica del 2008 in poi, la stessa UNIRE, tergiversava (con diverse motivazioni) per inserire l’ippodromo di Villacidro nel Calendario nazionale delle corse al galoppo. La Regione sarda, come spesso avviene, dopo che decise il finanziamento, curiosamente, si disinteressò della questione. Ci volle la mobilitazione degli ippici: prima nella sede della Provincia del Medio Campidano a Sanluri; poi nel grande convegno regionale che si tenne nel salone della zona industriale di Villacidro; più avanti ancora con la manifestazione nazionale che si tenne a Roma e l’ultima (organizzata da “CultureFestival” col Comune di Villacidro e la Provincia del Medio Campidano), nell’aula consiliare alla presenza di Gianfranco Dettori, Giuseppe Botti, Mario Sposi e tanti altri personaggi dell’ippica nazionale. Successivamente al decisivo documento unitario, a firma dei parlamentari sardi, e del determinante colloquio presso la sede dell’UNIRE di Roma, (presente il funzionario responsabile del Ministro dell’Agricoltura) tra il parlamentare Siro Marrocu, il sindaco di Villacidro Teresa Pani, Mario Sposi e il sottoscritto in rappresentanza della Provincia, fu fatta la prima assegnazione delle quattro giornate di corse che si aggiungevano a quelle di Chilivani e Sassari. Da quel momento le Organizzazioni degli Ippodromi della Sardegna, per diversi anni sono riuscite a fare fronte comune sia con l’UNIRE che con la RAS. Quella formula concepì 9 giornate aggiuntive al Calendario nazionale anche da parte della RAS, generando un po’ di sollievo al comparto in grande difficoltà. Con un numero così risicato di “giornate nazionali” ovviamente non si poteva pretendere dalla Società di gestione il pagamento del canone sottoscritto in tempi non sospetti. Ma questo la nuova Giunta comunale di Villacidro non poteva saperlo. Ora, è proprio il caso di dire che siamo noi a farci del male cancellando quel poco di lavoro che, in alcuni anni, si è creato! Come si deduce per costruire un programma di attività ci vuole unità d’intenti, tempo e fatica, ma per distruggerlo basta una decisone azzardata. Questo è successo a Villacidro! E quando si vorrà ripartire non sarà un nuovo bando del comune a mettere il cuore in pace a chi ha deciso di spezzare il rapporto con la Società di gestione! E risaputo che la gestione di un ippodromo non può essere affidata ad una società qualunque. Sorvolando sulle (inadeguate) affermazioni, dei 100 posti di lavoro all’interno dell’ippodromo, va ribadito, che ogni cavallo in corsa produce (nella filiera) 1,8 posti di lavoro. Si chieda agli allevatori quanto costa un cavallo sino al suo primo ingresso in pista? Per questa ragione il Comparto del cavallo sportivo va subito rilanciato con un Piano straordinario, a burocrazia zero per gli utenti, magari finalizzato all’incentivazione dell’acquisto dei puledri nati in Sardegna per ricostruire il patrimonio delle fattrici in selezione. Ma le ipotesi di sostegno possono essere parecchie. Nella condizione d’incertezza attuale, bene ha fatto Pietro Carzedda, un giovane allenatore, colto, rientrato dall’Inghilterra per stabilirsi professionalmente nell’isola, ad evidenziare le criticità della “rivoluzione” compiuta dalla nuova Amministrazione comunale. Anziché accogliere a braccia aperte uno che sceglie di fare l’allenatore nel sud della Sardegna, anziché nel nord, gli si toglie il terreno da sotto i piedi dopo che, a spese sue, ha reso accoglienti gli spazi che utilizza. Senza Carzedda, ora che non c’è un Gestore, l’ippodromo sarebbe una noia. La presenza di chi garbatamente prende gli accessi dalle 7 alle 14 non colma sicuramente questa lacuna. Lasciando perdere le anacronistiche manie di separazione del cavallo sportivo da Agris, con un minimo di risorse finanziarie fresche, sarà possibile rivitalizzare (nell’arco di un quinquennio) la filiera del cavallo a beneficio di tutti. Ma la questione è politica! E alla politica si chiede quale sarà il futuro delle corse al galoppo a Villacidro? Quell’ippodromo senza le corse perderà gran parte del suo valore originario. Pensiamoci perché la faccenda è assai delicata!
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